sabato 3 marzo 2012

La pubblicità percorre anche le vie più subdole.

Credevo di aver toccato il fondo. Pensavo che la spam incessante con cui tempestavo giorno e notte tutti i miei amici fosse davvero il più sleale, falso, basso, ipocrita, depravato, cinico e viscido metodo che potessi architettare, per far pubblicità a questo blog. E invece ho superato perfino me stessa.
Sabato pomeriggio, in compagnia di Moroso. Ci avviamo allegramente verso una agglomerato di simil-società  (dicasi Bologna) per immergerci nel fitto antro della tecnologia: il MediaWord!
Eravamo lì per prendere un regalo ad un'amica. Il piano era semplice: Moroso, in quanto esperto della situazione e madrelingua Informatichese, sarebbe andato a scegliere il prodotto, a rompere le scatole a tutti gli addetti per chiedere informazioni del tutto inutili, e magari anche a pagare. Io invece, con un sorriso smagliante, mi sarei diretta verso l'area libri, la parte più spopolata del negozio. Poi, non trovando libri interessanti, mi sarei diretta baldanzosa verso l'area videogiochi, e avrei sfrattato i bambini rubando loro i joystick di tutte le consolle esistenti e funzionanti. Dopodichè, ultima tappa, mi sarei diretta nell'area dei televisori 3D, avrei inforcato gli occhiali e mi sarei messa a guardare Avatar, al fine del quale avrei sbadigliato, e mi sarei decisa a raggiungere Moroso, per indurlo a smettere di torturare gli addetti e accompagnarmi a comprare qualche vestito, o al bar.
Invece, non è andata così. In realtà avevamo iniziato bene: Moroso aveva giù adocchiato lo scaffale incriminato. Io, invece, mi ero già girata verso destra: in lontananza, quei tre libri, che hanno avuto la sfortuna di essere appioppati ad un negozio di informatica invece che ad una libreria, aspettavano solo me.
Sorrido, ma in quel momento accade l'imprevisto: la mia attenzione viene attratta dagli iPad in esposizione. Mi viene un'idea maligna, allora mi aggrappo al braccio di Moroso.
"Guarda, gli iPad!" gli dico, con un sorriso sadico dipinto in volto.
"Eh. Quindi?" lui sta ancora pensando alle proprietà tecniche di qualche strano aggeggio, e sta già formulando le domande da fare ai commessi. Ma io non mi arrendo:
"Ci si può scrivere sopra quello che si vuole"
"Eh. Lo so"
"Andiamo a farmi pubblicità!"
Non lo lascio nemmeno rispondere, lo tiro di peso. Quando raggiungo gli iPad, apro le "note" del primo. E, senza pudore alcuno, ci scrivo sopra: Visitate il mio blog: Arte parla di Arte!!!
Rido come un genio del male e ordino al mio scagnozzo di fare lo stesso su tutti gli altri apparecchi, anche a costo di uccidere a coltellate chi sbarra la strada. Quando abbiamo finito, ci siamo lasciati alle spalle solo un mucchio di cadaveri e tanti iPad spammati (oltre ad un povero iPad che ha subito l'ira di Moroso, invece che la mia, ed è stato obbligato ad aggiornarsi... è ancora là che lavora, poveraccio)
E pensate che mi sia fermata lì? No, affatto. Ho fatto la stessa operazione su tutti i PC in prova, e anche sui palmari e gli iPhone. Alla fine, ho sospirato fiera, e mi sono fatta i complimenti da sola.
Moroso torna a fraternizzare con i commessi, e io al mio piano originale, continuando a compiacermi da sola. Sorrido ogni volta che vedo che qualcuno si ferma a leggere la mia pubblicità, riduco gli occhi a due fessure quando qualcun'altro osa cancellare ciò che ho scritto. Poi, però, mi dileguo, quando mi accorgo che alcuni addetti all'area si avvicinano agli iPad manomessi e sorridono.
Quindi, se ora siete venuti sul mio blog grazie a quella pubblicità... sappiate solo che mi dichiaro innocente. Non ero in me, la tentazione è stata troppa...





...ma ne è valsa la pena...

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