venerdì 27 luglio 2012

Video - backstage recensione "il resto di niente"

Ecco finalmente il video backstage della prima recensione, che mancava all'appello!
Divertitevi e, se ancora non avete visto la recensione, cliccate QUI




giovedì 26 luglio 2012

Video - Recensione "Il resto di niente"

Finalmente ho caricato il mio primo, vero video!
Si tratta della recensione de "Il resto di niente", di Enzo Striano. E' un libro piuttosto conosciuto e apprezzato, basti pensare che ci hanno tratto anche un film, reperibile su YouTube. Tuttavia io continuo a non gradirlo. E nel video spiego le mie ragioni...
Commentate, iscrivetevi e condividete!

ps: alla fine del video c'è un link al video backstage. Diventerà funzionante stanotte sul tardi, quindi non allarmatevi! =) Pazientate e tutto andrà bene! XD



mercoledì 25 luglio 2012

Aggiornamento - Pagina facebook ufficiale!

Mi ero stancata di avere nel link collegato al bottone di facebook i "contatti & social" il mio profilo personale. Non perché non volessi mostrarmi o cose simili, ecco... volevo solo dare più spazio a "Arte parla di Arte" piuttosto che a me stessa.
Ecco che quindi mi sono finalmente decisa! Ho creato la pagina ufficiale "Arte parla di Arte", per tenere aggiornati tutti gli iscritti a facebook interessati al mio blog dei nuovi post e dei nuovi video.
Ovviamente alla pagina è collegato il mio profilo twitter... insomma, è tutta una gran rete =D
Venite a dare un'occhiata QUI se vi va e ditemi che ne pensate! Mettete anche "mi piace", magari, mi fareste felice XD Ovviamente potrete sempre accedere alla pagina di facebook da "contatti & social".
Ah, altro piccolissimo aggiornamento: il primo video-recensione è stato girato proprio oggi, e credo di aver fatto un buon lavoro. C'è anche il backstage! Quindi pazientate che, appena sarà possibile, lo caricherò sul mio canale youtube!
Ah, dimenticavo! Guardate il video che del post precedente (di solito non faccio mai post troppo vicini l'uno all'altro apposta per non togliere visibilità a ciò che è nuovo).



martedì 24 luglio 2012

Video - Gardaland Day!

Ok, come ho detto questo è un video un po' così, non importante ma simpatico. Giusto per inaugurare il mio rinnovato canale di youtube, e per farvi sentire la mia voce straordinaria (e nasale). Il montaggio è stato uno strazio, ma ne è valsa la pena!
Dunque, questo video è nato come un normalissimo post su questo blog, per raccontarvi com'è stata la mia giornata a Gardaland mercoledì scorso. Purtroppo non avevo potuto registrare veri e propri video durante il viaggio, quindi mi ero quasi decisa a fare solo un post scritto, senza supporti multimediali. Ma una volta terminato di scrivere il post mi è venuta un'idea... Che ne pensate?




domenica 22 luglio 2012

Imbianchiamo e riordiniamo!

Dopo ben due lezioni ho deciso di prendermi una pausa con un bel post personale!
Allora, innanzitutto qualche aggiornamento: vi ricordate i video che vi avevo promesso? Io sì, e sebbene sia un po' in ritardo sulla tabella di marcia, vi annuncio solo che tra poco (se youtube si degnerà di ascoltare le mie preghiere) arriverà il primo. No, non è né una recensione né una lezione, è personale. Ma secondo me è comunque simpatico, quindi appena sarà pronto ve lo collegherò! Inoltre, ieri ho mezzo-girato una recensione. Dico "mezzo" perché non avevo il cavalletto, e quindi non ho potuto usare la mia videocamera. Ho usato invece la webcam, che come risoluzione lascia molto a desiderare... era solo una prova, diciamo. Ma è venuta così bene e ne sono rimasta talmente soddisfatta, che oggi o domani rigirerò il tutto in HD. E quello sarà il secondo video che caricherò, per voi il primo importante. Che ne dite?
Volete un piccolo spoiler? Va bene: posso dirvi che la prima recensione riguarda uno dei libri, secondo me, più brutti della storia! Quindi tenetevi forte, perché secondo me farete delle risate!
Comunque, non è che sia completamente dedita al "pigrare" in questi giorni: c'è un motivo se i video tardano (e, soprattutto, tarda anche la correzione degli ultimi capitoli del mio libro). Infatti sono impegnata ad imbiancare il mio secondo appartamento, ad arredarlo con mobili vecchi e orribili presi dai cassonetti o da chi svuota la propria cantina e li regala in giro. Non solo: sto pure riordinando tutta la mansarda di casa, ri-arredando pure lei. Ho in programma di fare una specie di salottino con TV e ps2... ma vedrete, se la cosa verrà come dico io farò sicuramente qualche foto.
Ciao ciao, ci si vede prestissimo! Ve lo prometto! Ora il mio ostacolo più grande è la connessione lenta di internet che non mi fa caricare i video. Ma risolverò!

domenica 15 luglio 2012

Lezione 17 - Soliloquio e Monologo

Questa lezione nasce da un dubbio che mi è accorso scrivendo la Lezione 16. Ho parlato di monologhi, infatti, chi ha letto ricorderà. Ma poi mi sono ricordata che esiste anche il soliloquio, riportando alla memoria una lezione di Shakespeare di ben tre anni fa. Subito mi è venuto il tremendo dubbio che i monologhi che tanto ho odiato nella precedente lezione siano in realtà proprio soliloqui.
Ora, voi lo sapete, non sono una persona che propriamente ha studiato teatro, cinema o scrittura, tutto ciò che so si basa solamente sulle comuni esperienze scolastiche. Mi piace definirmi più che altro autodidatta, per tutto ciò che è extrascolastico. Quindi ero quasi del tutto ignara del significato di soliloquio e la relativa differenza con il  monologo: la persona che me lo spiegò durante la lezione su Shakespeare non era in grado di farlo adeguatamente, perché ricordo bene che non riuscii a capire.
Ebbene, oggi è arrivato il momento di riempire le lacune. Memore della mia ignoranza sulla differenza tra soliloquio e monologo, e inoltre spinta dalla paura di aver scritto fesserie nella precedente lezione, sono andata a documentarmi. E sapete qual'è la conclusione a cui sono giunta? Che nessuno in realtà conosce la risposta.
Ho trovato interi articoli riguardanti l'argomento. E tutti, più o meno, concordano sul fatto che uno dei due è il parlare con sé stessi, mentre l'altro è parlare da soli, ma in presenza di un pubblico (immaginario o reale non ha importanza, il fatto che incide è che il personaggio si rivolga a qualcuno di esterno piuttosto che a sé stesso). Notate anche voi quindi come la differenza è molto labile. Il problema più grande, infatti, sta qui: capire quando si tratta della prima situazione o della seconda. Alcuni dicono che il monologo sia il parlare solo con sé stessi e il soliloquio in presenza di un pubblico, altri l'esatto opposto. Di chi fidarsi?
Io non mi fido di nessuno, quindi sono andata sull'enciclopedia che tengo nel primo ripiano della mia fantastica libreria. Di lei mi fido. Ecco il verdetto:

Dal volume 14° dell'Enciclopedia Universale Curcio - Monologo: [dal greco: "che parla da solo]. Battuta detta da un personaggio solo in scena, senza interlocutori, o senza che interloquiscano altri personaggi presenti in scena, in maniera evidente o meno [...]

Questo era il monologo. Non c'è la definizione del soliloquio. Infatti, come noterete, in quest'unica definizione  rientrano sia il presunto monologo, sia il presunto soliloquio. Ciò mi ha portato a pensare che in realtà il soliloquio sia solo una mera particolarità del più generico monologo, particolarità che evidentemente nessuno conosce appieno, nemmeno la mia bellissima enciclopedia.
Per tagliare la testa al toro, ho preso in mano il mio nuovissimo Devoto-Oli, e ho cercato nuovamente entrambe le definizioni:

Monologo: scena drammatica, in cui l'attore compare o resta solo parlando come se pensasse ad alta voce / breve composizione scenica per un solo attore / soliloquio e vano tentativo di coinvolgere uno o più interlocutori in un dialogo improbabile [...]
Soliloquio: colloquio tra sé e sé nell'ambito di un momento riflessivo o meditativo / monologo [...] 

In entrambe le definizioni appare la definizione opposta, quasi fossero sinonimi. Il che mi ha portato sempre più a pensare che, in fondo, la differenza sia così marginale da risultare inutile.
Dopo la ricerca dei termini, è avvenuta una discussione con mia madre per interpretare la profezia del Devoto-Oli. E abbiamo concordato che, almeno secondo noi, un monologo si ha quando un personaggio parla da solo, anche esprimendo pensieri a voce alta, ma si presuppone sempre la presenza di un ascoltatore, che potrebbe essere un altro personaggio o il pubblico teatrale. Il soliloquio invece è il parlare tra sé senza presupporre alcun ascoltatore, nemmeno il pubblico, proprio come se il pubblico non esistesse.
Ecco quindi trovata la leggerissima differenza tra i due termini.
Tornando alla fatidica lezione 16, pertanto, credo di poter dire che vadano bene entrambi i termini. Propriamente ciò di cui parlavo era il soliloquio. Ma se ricordate ho detto che un discorso del personaggio così esposto, ad alta voce e nel bel mezzo del nulla,  porta di solito al lettore ad estraniarsi dalla storia, e a sentirsi, appunto, lettore, non più immedesimato. Quindi, in pratica, si può parlare anche di monologo, perché alla fine si crea un pubblico, anche se non era l'effetto desiderato.
Sì, insomma, rimango tuttora indecisa. Comunque credo di poter dire che, sebbene forse il soliloquio fosse tecnicamente più adatto a parlare della lezione 16, anche il monologo, alla fin fine, non sia del tutto errato. Si tratterebbe solo di una superficialissima specificazione.
Detto questo, il mio parere non cambia: non si deve mai far parlare il personaggio da solo in un libro che presuppone l'immedesimazione del lettore nella scena, perché questo lo porta bruscamente nella realtà. Questo è un meccanismo che si può usare nella commedia (anzi, si POTEVA usare, le mode di oggi prevedono spesso che anche lo spettatore di teatro sia da far immedesimare piuttosto che lasciarlo al suo posto in platea). Pertanto non cambio nulla della lezione 16, se non forse il finale: no soliloqui, no soliloqui, NO SOLILOQUI, NO SO-LI-LO-QUI!!! Ve lo chiedo col cuore!


giovedì 12 luglio 2012

Lezione 16 - Ehm... i personaggi parlano da soli?

Oddio, questa è davvero una cosa che mi fa alterare, quando mi ci imbatto. E' capitato ieri in un libro e stasera in un film. Il film era quello su canale 5, "Shark Qualcosa", mentre il libro è "Il libro del Destino - il Principe delle Nebbie", targato Elisa Rosso, che sto usando come tappabuchi tra me e il terzo Hunger Games (fino a quando potrò comprarmelo). Ecco, sì... diciamo che il libro della Rosso funziona giusto come tappabuchi, perché chiedergli qualcosa di più profondo sarebbe come chiedere ad un musulmano di recitare l'Ave Maria gustandosi una braciola e disegnando una vignetta irriverente di Maometto che imbratta la Mecca con graffiti filo-americani. Ho reso l'idea? Per il film, invece, un po' meglio, ma veramente nulla di che. 
Ecco, ora sapete cosa hanno in comune il film e il libro? Cosa è successo perché riuscissi a odiare il film e a ingiuriare la Rosso? Ho letto/visto scene obbrobriose. Scene in cui il protagonista, in quel momento da solo, si mette a parlare ad un pubblico invisibile. Ma... porca... miseria... COSA COSTAVA METTERE IL MONOLOGO ALL'INTERNO DI UN DIALOGO O TRASFORMARLO IN UN PENSIERO?
Ecco, a dire il vero a me dispiace essere così distruttiva. Ma se già un libro o un film partono male, una scena  in cui il protagonista parla da solo come un idiota mi fa davvero partire il tic nervoso all'occhio. 
Ma io mi chiedo: gli autori ci pensano prima di partorire queste cose? 
Vi ho sempre detto che tutto deve essere all'insegna del realismo, tutto deve essere verosimile, altrimenti il lettore non riesce ad immedesimarsi. Secondo voi quanto può essere verosimile un personaggio che, completamente da solo, si mette a fare un lungo discorso a sé stesso? Ma... uffa. Non ho più lacrime per piangere. Voglio dire... una persona (normale) da sola non si mette a parlare a vanvera, e per minuti interminabili, poi! Quando una persona è da sola, le cose le PENSA. Che bisogno ha di ripetersele ad alta voce? Al massimo può partire un'esclamazione, per esultare o imprecare... ma arrivare al punto di fare un discorso da mezza pagina (nel caso del libro) nella solitudine più completa è da folli.
Ma insomma... sono intelligente io? Non so, mi sembrano cose così elementari! E' ovvio che leggendo/vedendo una scena del genere, un lettore/spettatore un pochino più pignolo della media, se ne accorge e ha subito la sensazione che quelle frasi gridate al vento siano state piazzate lì PER FORZA, perché l'autore voleva mettercele e farle sentire al pubblico, anche se non c'erano personaggi con cui far dialogare il protagonista. O, ancora peggio: l'autore non sapeva come costruire il dialogo! Ecco, io spero che quest ultima cosa non sia vera, altrimenti la situazione è tragica. TRAGICA! 
Porca miseria, il monologo poteva andare bene nella tragedia greca, o in Shakespeare. Ma in un film/libro odierno il lettore/spettatore è messo all'interno, vede tutto con gli occhi di un narratore onnisciente. Non può esistere un monologo, che serve appunto per collegare il lettore/spettatore al personaggio monologhista. NON SERVE, MALEDIZIONE, NON SERVE! Anzi, è controproducente, perché il lettore/spettatore che era riuscito a immedesimarsi nella storia ne viene subito catapultato fuori. 
Per sicurezza lo ripeto ancora una volta: il monologo serve per mettere in contatto il personaggio con il lettore/spettatore. Ma questo presuppone l'esistenza di un lettore/spettatore, che ai nostri tempi si cerca di far immedesimare nella storia, proprio come fosse anch'esso un personaggio. Il monologo lo riporta bruscamente alla realtà, perché gli fa rendere conto che ciò a cui sta assistendo non potrà mai essere reale: un personaggio non potrà mai fare un discorso così lungo da solo. Quindi il lettore/spettatore è portato inevitabilmente a pensare che il personaggio stia facendo quel discorso apposta per lui. Quindi viene buttato fuori dalla storia. Quindi non si immedesima più. Quindi si inca**a.
Cioè, inserendo un monologo, si rovina tutto ciò che si era cercato di fare fino a quel momento. La ritengo quindi una delle cose più sbagliate  e disastrose da fare, sia in un film che in un libro. Pertanto, ricordatevi: no monologhi, no monologhi, NO MONOLOGHI, NO MO-NO-LO-GHI!!! Ve lo chiedo col cuore!

domenica 8 luglio 2012

Lezione 15 - Mantenere la suspense

La suspense è di vitale importanza per un romanzo. Un libro senza suspense è interessante quanto un fiore senza petali, o una fetta di pane senza nutella. Ovvero: una schifezza. Quindi, come avrete capito, bisogna imparare a mantenerla durante tutta la durata del racconto. In alcuni punti, i più cruciali, deve essere abbondante, in altri invece deve solo avvertirsi lievemente, quel tanto che basta per incentivare il lettore a leggere ancora. E' opinione di molti, infatti, che la suspense serva solo ed esclusivamente quando ci si trova nel mezzo di un'azione importante, un punto di svolta per il racconto. NIENTE DI PIU' SBAGLIATO!
Come ho detto, la suspense va mantenuta sempre. Ovvio, con criterio: non si può soffocare il lettore con una suspense troppo elevata durante tutto il libro. Ma non si può nemmeno lasciar morire tutto nella noia.
Ecco quindi un piccolissimo accorgimento che mantiene la suspense anche quando, in teoria, non c'è un'azione clamorosa. Basta, infatti, dividere intelligentemente i capitoli. In pratica, bisognerebbe far accadere qualcosa ad ogni capitolo, mi seguite? Ma senza far concludere questo qualcosa alla fine del capitolo. Ovvero, troncare l'azione a metà alla fine di ogni capitolo. Il che incentiverà il lettore a continuare nella lettura. A questo scopo, può servire anche l'utilizzo della frase finale ad effetto, che ho spiegato nella Lezione 1 - Le ultime parole famose.
Insomma, quando terminate un capitolo, non fate mai terminare l'azione che vi si stava svolgendo! Fatela, invece, terminare all'inizio del capitolo successivo, dove consecutivamente avverrà un nuovo colpo di scena (profondo o superficiale che sia) che andrete a concludere nel capitolo ancora successivo. Capito?
Ecco, un esempio lampante di questo metodo di scrittura sarebbe quello di Suzanne Collins, la scrittrice di Hunger Games. I primi due libri di questa trilogia sono i più recenti che ho letto, e sono davvero una bomba di adrenalina. Noterete con me, infatti, che alla fine dei capitoli non si conclude mai niente, anzi, spesso si creano nuovi interrogativi che fanno sì che tu voglia continuare a leggere senza mai fermarti.
Un altro esempio è quello di Michael Crichton, uno dei miei scrittori preferiti (vi consiglio Timeline, secondo me è un capolavoro).
Insomma, avete capito: ogni volta che attuate una divisione in capitoli (e perchè no, anche in paragrafi), non concludete mai l'azione! Questo è davvero un gran incentivo per chi legge, il quale, tra l'altro, non si annoierà praticamente mai.

giovedì 5 luglio 2012

Misty Mountains

Un'altra mia passione è il cinema. Già. Non l'ho mai detto? Beh, fatto sta che sono una delle poche persone che, quando va a vedere un film, non si interessa solo alla trama, ma coglie anche le sfumature della sceneggiatura, della regia, della recitazione... e soprattutto del commento musicale! Ritengo che un film con una bella colonna sonora non potrà mai essere del tutto da buttare, anche se fosse la più orrenda pellicola di sempre.
Io, dal canto mio, sto attendendo un evento. Qualcosa che i Tolkieniani come me attendono da più di dieci anni... l'uscita de "lo Hobbit". Vi dirò: da principio non ero molto entusiasta. Pensavo che sarebbe stato un spreco di soldi, tempo e risorse, tanto non sarebbe MAI stato più bello della trilogia de "il Signore degli Anelli" (avendo letto tutti i libri, ero perfettamente consapevole che "lo Hobbit" è più una storia secondaria, non certo il masterpiece). Poi, però, ho visto il trailer. E ho sentito la canzone dei nani. Mi sono cadute le braccia, poi la mandibola, e si è srotolata tutta la lingua. Per ricompormi ci ho impiegato parecchio.
Ed ora... bene, anche se sono sicura che "il Signore degli Anelli" sarà sempre e solo l'unico, sono curiosissima di vedere come hanno reso questo prequel. Se saranno particolareggiati e minuziosi come nella trilogia, se rispetteranno la trama, se l'atmosfera sarà la stessa che si respirava allora... insomma, sono molto curiosa. Troppo. Spero che Jackson non mi deluda proprio stavolta. Peter, te lo dico direttamente: STA ATTENTO!!! Questo non è un film che puoi permetterti di sbagliare. Quindi meditalo come si deve!
Bene, speriamo abbia sentito. Intanto vi lascio con il trailer da brividi e la canzone "Misty Mountains" (le Montagne Nebbiose). E' o no qualcosa di EPICO?








mercoledì 4 luglio 2012

Aggiornamento - nuova pagina!

Ehilà gentaglia! Come avrete notato, ecco la nuova pagina "Contatti & Social", dove ho pensato di raccogliere una volta per tutte i vari link ad altri miei account, come twitter, facebook, oltre che il bottone per inviarmi una email personale. Mi sembrava una cosa carina da fare. Così... se mai vorrete interessarvi ai fatti di uno sconosciuto, potrete farlo con me. Ci manca poco che vi metto l'indirizzo, il numero di cellulare, il codice fiscale e, perché no, anche una webcam che mi riprende 24 ore su 24. Eh, ma che ci volete fare... sono fatta così!

Ah, piccolo avvertimento: troverete anche il bottone al mio canale di youtube, in caso vogliate dare un'occhiata e, magari, dirmi che ne pensate del design... ma il progetto "Arte invade il video-sharing" non è stato ancora messo del tutto in atto, quindi per ora non aspettatevi video "utili", sempre che le mie lezioni possano essere considerate utili... boh!