domenica 9 febbraio 2014

AVVISO #2

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lunedì 20 gennaio 2014

AVVISO

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giovedì 2 gennaio 2014

Lezione 34 - L'ignoranza del protagonista

Inauguriamo il 2014 con una nuova lezione. Nonché il compleanno del Blog! YEEE! Non siete elettrizzati?
Oggi parliamo del protagonista, e in particolare di quello che io chiamo Protagonista Ignorante. Non è dispregiativo, anzi. E' un espediente narrativo semplice da attuare e utilissimo, soprattutto se si è alle prime armi. In cosa consiste? Beh, nel rendere il protagonista ignaro a proposito di qualcosa di difficile spiegazione. Per esempio, mettiamo che dovete scrivere un libro fantasy, ambientato in un mondo parallelo alla terra. Se il protagonista fosse nato lì, sarebbe più difficile per voi immedesimarvi, e inoltre nel momento di dover spiegare la geografia, oppure degli eventi storici che magari gli abitanti di questo mondo danno per scontati, sareste in difficoltà, perché non potete spiegarli "con naturalezza". Ad esempio, non potete spiegare tutte queste cose in un dialogo tra due personaggi, perché i due personaggi non ne parlerebbero, e darebbero tutte queste informazione, come già detto, per scontate. E se voi le inseriste il lettore si accorgerebbe subito che sono informazioni inserite solo per lui.Ma il vostro obiettivo è fare immedesimare il lettore! Non deve sentirsi estraneo, o ignorante, o spaesato. Deve ricevere quelle informazioni nel modo più naturale possibile. Ecco, farlo in realtà è molto semplice: rendere il protagonista parimenti ignorante. Se ad esempio voi faceste provenire il protagonista da una regione straniera, o da un altro mondo, nel momento in cui si viene a trovare nel vostro mondo fantasy non saprebbe niente, e sarebbe giustificato a chiedere informazioni (informazioni utili al lettore ovviamente) e gli altri personaggi sarebbero giustificati a dargliele. Andiamo a chiarire con un esempio.

PROTAGONISTA ONNISCIENTE:
Asdrubale camminò sui prati verdi che per tanto tempo erano stati la sua casa, e si chinò a cogliere una Rokalendra. Era un fiore giallo, molto particolare, perché si muoveva, proprio come un animale, e veniva ad "annusarti" le dita. Avevano grandi proprietà curative e alcuni le usavano addirittura come piante da compagnia.

PROTAGONISTA IGNORANTE:
Asdrubale iniziò a camminare su quei prati sconosciuti. E notò che a terra c'erano degli strani fiori gialli, che si muovevano come fossero animali. Provò ad avvicinare un dito, e uno di quelli iniziò ad "annusargli" le dita.
"Che cos'è?" chiese Asdrubale.
"Una Rokalendra! Ha molte proprietà curative  e si muove. Alcuni la usano come pianta da compagnia!"

Ok? E' un esempio davvero molto riduttivo, in un discorso del genere si potrebbe mantenere tranquillamente un protagonista onnisciente, non cambierebbe nulla. Ma quando le cose da spiegare si complicano diventa anche più difficile spiegarle con naturalezza. Ad esempio le festività. Immaginate di dover parlare del natale. Se fate parlare due persone comuni diranno "Ehi, è Natale! hai preparato i regali?" "Non ancora" e cose del genere. Ma se voi dovete spiegare cos'è il Natale la cosa si complica, perché i due personaggi non si mettono a dire cose come "Oggi è nato Gesù! Ecco perché si festeggia!" "Sì, lo so, 2013 anni fa!". Non sarebbe naturale, perché loro SANNO quelle cose e sanno che l'interlocutore sa, per cui, perché dovrebbero parlarne? Badate, io ho visto molte volte risolvere le spiegazioni in questo modo orribile. Se non voleste cadere in questo errore a questo punto potreste solo far fare al narratore una spiegazione esterna e digressiva "Perché il Natale era una festività che tutti conoscevano, caratterizzata dallo scambio reciproco di doni. La tradizione voleva che il giorno di Natale fosse il giorno di Nascita del figlio del loro Dio sulla Terra". E non sarebbe sbagliato, ma si ha un effetto da "libro di storia" che potrebbe annoiare.
Per risolvere, rendete il protagonista Thailandese, e fate finta che non sappia cos'è il Natale. a quel punto potrebbe chiederlo a un altro personaggio, e quest'altro gli spiegherebbe tutto. A lui e, indirettamente, al lettore, che in questo modo riceve l'informazione di cui aveva bisogno senza intoppi e senza sentirsi ignorante.
Il caso limite di Protagonista Ignorante si ha quando il protagonista è uguale al lettore. Ovvero, pensate al target del lettore, per un fantasy, un ragazzo di 15 anni. Bene: prendete il protagonista, rendetelo maschio, di 15 anni, e catapultato in un mondo totalmente nuovo per lui. In questo caso il protagonista è simile al lettore, e il lettore si può quindi immedesimare totalmente, come se ci fosse lui lì. Capito? L'inconveniente è che così dovrete spiegare proprio TUTTO.
Quindi, lezione di oggi: rendere il protagonista ignorante come il lettore è un buon modo per introdurre discorsi di spiegazione. Più il protagonista è ignorante ed estraneo alla storia, più è facile spiegare gli avvenimenti al lettore, rendendo però così il protagonista troppo estraneo alla storia. Quindi, trovate un buon equilibrio e poi lanciatevi! Io, ad esempio, ho usato questo metodo (anche) nel mio secondo libro: la protagonista è ignorante in materia tecnologica, così sono giustificata a far spiegare a lei i procedimenti informatici da altri personaggi per poi spiegarli al lettore. Chiaro?E' stata una lezione un po' confusa, ma spero di essermi spiegata. Alla prossima!